«…In tal senso sembra riaffiorare la riflessione di Christian Wolff e il suo intendere il pensiero teoretico come elemento imprescindibile dell’ontologia che diviene quindi struttura primaria, seppur di tipo preliminare, rispetto a quelle che lo stesso filosofo intende come “metafisica dello speciale” riconducibili alla psicologia razionale applicata al tema dell’anima, la cosmologia razionale abbinata al mondo sensibile e la teologia razionale intorno al sistema divino. In questo modo l’ottica della lettura dell’opera della Mirescu si amplia di un contenuto che va oltre lo stesso significato di ciò che guardiamo, di ciò che l’artista ci spinge a guardare e su cui concentrarci, per finire inevitabilmente per divenire quello che guardiamo e quindi il significante dell’intendimento, della comprensione e compartecipazione del riguardante al divenire dell’arte stessa…»
Claudio Crescentini, L’universo visivo del pensiero di Camelia Mirescu – Trasmigrazioni Emotive, Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica – Venezia, 2016